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Concordare le scelte, pena lo scioglimento della prima esperienza di campo largo, vincente, in Italia

I dissensi/dissidi che si sono manifestati nella maggioranza di governo regionale della Sardegna, che hanno evidenziato posizioni differenti sulla questione ultra sensibile della sanità regionale e che non hanno trovato una sintesi, come si dice nei “tavoli” più competenti, tra gli alleati di Giunta, hanno portato il Pd regionale a ritenersi fuori dalla decisione sui commissariamenti dei direttori generali delle Asl. Già sulla legge regionale n. 8 del 2025 di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del Sistema sanitario regionale erano emerse obiezioni soprattutto sul percorso “in solitaria” della presidente Todde, su una legge “molto fragile” secondo i rappresentanti del Pd in Giunta, che si sono sentiti “tenuti all’oscuro” e poi, messi alle strette, sui passaggi più delicati di una scelta che coinvolge il settore sanitario, fulcro del progetto politico di tutti i partiti che hanno vinto le ultime elezioni regionali in Sardegna. C’è questa sensazione che emerge dalle scelte della presidente Todde in questi primi mesi di governo regionale: quella di un decisionismo “solitario” che però non va bene se si vuole risolvere tutte le più controverse questioni che hanno portato la Sardegna ai minimi storici degli ultimi anni. Le obiezioni, i distinguo, le critiche sono l’anima di un sistema democratico in cui tutti devono essere coinvolti per trovare la sintesi, che non è una brutta parola, ma il momento più alto di ragionamenti condivisi. Si fa così nelle migliori famiglie e, anche se la maggioranza di governo regionale non è una famiglia, e i “parenti sono serpenti” va trovato un modus operandi che non si affidi al decisionismo “solitario” ma che tenga conto, di tutte le posizioni e le idee politiche in campo. C’è anche la sensazione, dall’esterno, di compagni e compagne di viaggio che non si fidano gli uni degli altri e di un partito, il Pd che debba sempre mantenere fede al ruolo di partito responsabile che sostiene e “puntella” le fondamenta fragili delle alleanze di governo. Poiché è una formula dolorosa quando si cade, visto che purtroppo si cade tutti insieme, allora ebbene che ognuno si metta all’ascolto e la presidente Todde accolga e assuma tutte le posizioni facendo sintesi concordate. Pena lo scioglimento di quella che sulla carta è stata la più efficace e alta espressione di alleanza di campo largo in Italia.

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