
di Enza Plotino
Vorrei approfittare della notizia della protesta, oggi 31 marzo, della Cgil e dei sindacati di categoria, sull’emergenza sanitaria olbiese, con sit-in davanti all’ospedale di Olbia, al grido di “Basta lamentele sui social, servono volti e voci”, per lanciare un grido d’aiuto da La Maddalena. Ci sono circa 3 mila pazienti senza medico di base, c’è un Pronto Soccorso intasato da chi chiede ricette, non esistono specialisti del SSN e quelli che arrivano da fuori hanno liste d’attesa indicibili. Nelle case di comunità (si chiamano così oggi?) l’unico medico rimasto non ha computer, consegna le ricette solo a mano (con file chilometriche per i pazienti) e quindi con liste d’attesa di settimane per una ricetta. Intanto i cittadini maddalenini, senza assistenza sanitaria, non sanno a chi Santo affidarsi! Ma è possibile che questa profondissima crisi sanitaria, perché di vera crisi si tratta, a La Maddalena, non tange al sindaco e all’intera Giunta della città? Come può essere che non ci sia nessun consiglio straordinario, nessun incatenamento ai cancelli dell’Asl olbiese? Lo stesso sindaco che per le mamme in gravidanza (in avvicinamento alle elezioni comunali che lo avrebbero eletto sindaco) si è speso con parole e propaganda mirata e, diciamolo pure, molto efficace, non per le mamme visto che di Punto Nascita non c’è ombra, ma per sè stesso! Ma il ruolo di un sindaco non è di tutelare la salute dei suoi cittadini? E’ inutile obiettare che il sindaco non ha competenze in materia sanitaria. Sappiamo bene cosa dice la normativa a riguardo. Ma noi abbiamo anche imparato (grazie alla pandemia) che il sindaco è anche la massima autorità sanitaria locale ed “ha competenza diretta e indiretta sulle politiche che garantiscono la salute dei cittadini, quali igiene ambientale e urbana, mobilità e sicurezza”. Al sindaco competono quindi, le politiche che ricadono sulla tutela della salute individuale e collettiva. E’ una questione anche politica che non può passare sotto silenzio. Il sindaco di Maddalena non prende a cuore la crisi sanitaria che ha colpito duramente tutta la cittadinanza perché si sente “de-responsabilizzato” rispetto alla sicurezza della cura e alla tutela della salute dei suoi cittadini. Perché altrimenti, sarebbe il Primo cittadino a rivendicare i servizi (quasi tutti) sanitari che mancano e che costringono le persone a non curarsi oppure ad emigrare in posti sicuri. Ma, avviso tutti coloro che si ergono a difesa del ruolo “de-responsabilizzato” del sindaco, il livello politico più vicino alle persone, quello che dovrebbe capire meglio i bisogni, è quello comunale. Il sindaco è formalmente il responsabile della salute dei suoi cittadini e quindi protagonista di quello che accade sul suo territorio in termini di creazione di salute e deve farsi promotore presso i cittadini delle politiche di salute implementate sul territorio, prendendosi oneri e onori. Ma qui, a Maddalena, si vedono solo cittadini in fila in attesa di una ricetta (quando nel resto del Paese le ricette ti arrivano via mail, whatsapp, ecc) dall’unico medico condotto esistente, oppure cittadini che bisticciano via facebook sugli appartamenti da mettere a disposizione per medici “stranieri” (come se, sono i cittadini a dover assicurare un alloggio ai medici che vengono da fuori!). Una situazione assurda e paradossale, mentre l’amministrazione comunale si distrae con ciò che le interessa portare a casa: il PUC. L’interesse di pochi eletti a scapito dell’interesse (la salute) di tutti.
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