Venerdì 3 febbraio ore 21:00
S’ACCABADORA
Atto unico liberamente ispirato a “Le Serve” di J. Genet
Regia e drammaturgia Susanna Mameli
Con Annagaia Marchioro (Speranzedda) e Marta Proietti Orzella (Antonia)
Soggetto e regia video Susanna Mameli
Produzione videomapping e realtà aumentata Michele Pusceddu e Francesco Diana
Scene Susanna Mameli
LA TRAMA
Siamo nella tana de s’accabadora. La sua serva, mentre sistema e rassetta la stanza, racconta i fatti della padrona. Attraverso il filtro dei pettegolezzi e dell’amore-odio della serva verso la sua padrona, ecco levarsi l’immagine castigata di Antonia, ora come levadora, ora come incantadora e infine accabadora. Levatrice, donna delle medicine, donna che pone fine alle sofferenze dei moribondi, ma anche figura crepuscolare solitaria, sfuggente e schiva. Si sa che da fanciulla fu abbandonata sull’altare sotto lo sguardo armato dei fedeli. Si dice di come i fiori le si appassirono in volto, si racconta di come nessuno osò fermarla e della mano pietosa che fece cigolare la porta della chiesa, consegnandola alla luce divorante del mezzogiorno.
Il cielo bisogna guadagnarselo, e Antonia si fa serva e missionaria degli uomini in terra, affaticandosi a fare quello che nessuno vuole o ha il coraggio e la forza di fare: aiutare a nascere e morire.
La “serva” e la “padrona” si cavano i peccati dall’anima con crudele affetto, uno ad uno, fino a che la serva rivela il gioco orrendo e chiede la Pietà che Antonia ha sempre reso altrove. Ma per Antonia, questa volta, è diverso.
Note – Accabàdora, dalla lingua sarda accabare = finire,
terminare, dare fine.
info e prenotazioni 388 350 3817