28 Aprile 2024

Dalla mia riva
Dopo un lungo viaggio su una tortuosa ‘orientale sarda’ arsa dal sole di agosto almeno quanto la sua Fiat campagnola, saliamo a bordo di un piccolo peschereccio a strascico che ci aspetta nel porto di Arbatax. Fabrizio saluta il comandante della barca già in moto e, tra lo stupore di tutti riconosce nel ‘suono’ che proviene dalla pancia della barca un motore Ansaldo da 300 cavalli. Il capopesca conferma divertito. Prendiamo il largo e oltre i cinquanta metri di profondità l’ ecoscandaglio individua un banco di pesce azzurro; la prima cala, che dura un’ora, sarà in onore di Fabrizio e dei suoi ospiti. Una cucina da campo frigge una moltitudine di zerri e triglie mentre gli spazi molto limitati del peschereccio favoriscono un clima confidenziale. Si parla delle zone interne spopolate, di luoghi bellissimi e di paesi derelitti. L’addetto ai fornelli che era rimasto in silenzio fino a quel momento, rivolgendosi a Fabrizio ” perché deve sapere Maestro, che qui lo Stato si è dimenticato della povera gente, io faccio il finanziere e magari devo andare a controllare in un paesino senza strade asfaltate e senza luci, la bottega di coloniali della vecchietta che sviene quando ci vede anche se paga le tasse, mentre chi evade i miliardi lo Stato non lo trova mai, perche magari neanche lo cerca…ecco, così stanno le cose, signor De André!” Dopo qualche secondo di silenzio, Fabrizio si rivolge a noi e commenta compiaciuto: “l’ho sempre detto io, che sotto ogni divisa si cela l’anima ribelle di un uomo libero!”
I verricelli dello strascico  scandiscono la fatica del capo barca e dei suoi due pescatori che ogni ora riportano su le reti e selezionano con mani sapienti il pescato che ripongono nel vano frigo. Le prime luci dell’alba si accendono nel golfo di Orosei mentre i delfini ci accompagnano verso il porto di Arbatax.Fabrizio è rimasto tutta la notte a parlare con il capobarca mentre alla spicciolata abbiamo ceduto al sonno, nella stiva.
Lo ritrovo il mattino nella cambusa mentre con ammirazione osserva il comandante che, sorridente nonostante la fatica, fa colazione con del pane e pomodoro con basilico. ” È un uomo sereno, beato lui!” commenta Fabrizio mentre rientriamo in porto.
Oggi avrebbe compiuto 83 anni, ma voglio pensarlo ancora a bordo di quel piccolo peschereccio, felice e sorridente, davanti a quella luminosa alba nel mare della nostra Isola che ha così tanto amato.

Sandro Fresi

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