Il 25 Novembre è una giornata dal forte significato simbolico, nel quale ognuno di noi deve contribuire a non far mai spegnere i riflettori su un fenomeno sociale che devasta la quotidianità di tante donne. MAI pensare che siano problematiche che non ci riguardani. MAI abbassare la guardia.
Questo è un mio pensiero, già edito sull’Antologia poetica “M’illumino d’immenso”, che dedico a questa Giornata così importante. E a tutte le donne.
Una spina non è mai la prima
e non sarà mai l’ultima.
Un’altra e un’altra ancora
fino a frantumare le poche certezze
di una vita che conosciamo solo nella teoria,
nel silenzio assordante di una società
che guarda, ma non agisce.
Avvolte dall’oblio di una stanza vuota,
assaporando lacrime consolatorie,
le donne, rose di maggio,
assuefatte da quella salsedine,
raggomitolano la loro esistenza
dietro un sorriso che tutti pretendono,
ma che solo gli occhi possono smentire.
Fino a cadere la sera,
su sguardi fragili come carta velina,
sulla mente che continua a chiedersi
qual è il peccato nella pienezza del cuore.
Almeno il torpore soporifero della notte
permette alle donne, rose di maggio,
l’illusione di una leggerezza dell’animo
che l’esistenza c’impedisce.
Cosa c’è di male nel voler vivere
senza sentirsi soffocare
da un amore pieno di spine?