27 Luglio 2024

Una destra che si è distinta per l’incapacità a “governare”, che ha fatto rotolare tutto il sistema sardo verso livelli di povertà, disoccupazione e crisi economica ormai ad un punto di non ritorno, chiede oggi di rimanere alla “guida” dell’isola. Ci vuole un bel coraggio per un presidente che non ha visto i danni che stava determinando con la sua inerzia, danni che a La Maddalena hanno portato ad una crisi lavorativa e di conseguenza economica che non è peregrino considerare come una vera e propria crisi di sistema.  Perché le fondamenta del sistema lavoro sull’isola sono entrate in allarme rosso. Se spulciamo i dati della Cgil, vediamo che in questi ultimi anni in un’isola in cui prevale una popolazione anziana, il numero dei pensionamenti, soprattutto dei dipendenti civili impiegati con varie qualifiche nell’organico della Marina Militare, è arrivato quasi al livello di guardia: quasi tutti i dipendenti sono ad un passo dalla pensione, ma lo Stato non pensa a sostituirli con nuove assunzioni, o se lo fa, li rimpiazza con graduati, togliendo così ossigeno al mercato del lavoro locale e non permettendo quel ricambio generazionale auspicato per contenere la fuga dei giovani all’estero. Questa situazione ricade pesantemente sul tessuto lavorativo ed economico dell’isola e determina per i giovani una disoccupazione quasi a due cifre e il ricorso al lavoro estivo che a La Maddalena è limitato ad una stagionalità troppo breve costringendo i giovani a disoccupazioni forzate che nemmeno gli ammortizzatori sociali riescono a coprire del tutto e ad una inattività e precarietà, con sempre maggiori lavori a chiamata, che sta diventando una grave emergenza per questo territorio. I numeri sono impietosi. Come spiegano i dati della Cgil nel mondo del lavoro il ricambio generazionale è pari a zero, con una flessione progressiva di giovani “persi” che, secondo dati regionali del 2023, rasenta in Sardegna il 19,9%. L’incapacità della destra, che ha governato cinque anni la Sardegna, di arginare questa crisi di sistema, con una popolazione di pensionati e l’assenza di ricambio generazionale nel mercato del lavoro, ha determinato l’allargamento di un tessuto sociale impoverito, debole e con poche forze per chiedere conto dei diritti calpestati e ignorati: il diritto al lavoro, ad una qualità della vita migliore per tutti e a garantire il futuro alle ultime generazioni.

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