27 Luglio 2024

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E’ anacronistico chiedere a chi vuole ambire a cariche pubbliche elettive un comportamento morale corretto che lo guidi nelle relazioni e nelle attività che lo coinvolgeranno? La dimostrazione che per una certa politica oggi, è assolutamente indifferente la qualità etica e morale dei candidati è data da alcune liste elettorali delle Regionali in Sardegna. E’ uscita la notizia che ci sono almeno sette “impresentabili” nelle liste del centrodestra. Addirittura una è assessora uscente della Giunta Solinas, sotto inchiesta per fatti di corruzione. Molto gettonato il traffico di stupefacenti, ma anche, esiste un indagato per “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico”. Non sono stati però i dirigenti dei partiti di riferimento a bloccare le candidature, ma la Commissione parlamentare Antimafia in merito alle verifiche sulla violazione del codice di autoregolamentazione. A conferma che i partiti di destra oggi sono “distratti” sulle fedine penali dei propri possibili amministratori perché sanno che passati indenni da una tornata elettorale, poi c’è sempre modo, giunti al potere, di cavarsela. I loro compagni del governo Meloni lo stanno dimostrando. Sono sotto inchiesta Delmastro, Santanchè, Sgarbi ecc. ecc. ma sono ancora a gestire la cosa pubblica “senza vergogna”. Queste candidature di “impresentabili” gettano, a due settimane dalle elezioni regionali un’ombra pesante sull’etica politica e sulla questione morale in Sardegna, ovvero il venir meno della moralità, intesa come condivisione dei “valori” enunciati dalle proprie Carte fondative di alcune formazioni partitiche di destra. Il legame corruzione-politica non è un inciampo ma un costume che, se rimosso e ignorato, getta discredito e pervade con il suo fetore tutta la società. Un’emergenza democratica che l’attuale campagna elettorale ha urgenza di provare a sanare.

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