2 Maggio 2024

Olbia (OT) 21 novembre 2022.

Questa sera, alle ore 17.30, presso l’Olbia Community Hub di Poltu Cuadu a Olbia, c’è stato il primo e affollato evento organizzato dall’Associazione “Prospettiva Donna”, in avvicinamento al 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. La serata, dal titolo “Una rete di fili colorati” prende il nome da uno dei libri di Maria Antonietta Macciocu presentato per l’occasione. L’autrice, di Sassari ma trapiantata a Torino, fa parte dell’Associazione “Non una di meno”, della cui attività parla proprio all’interno del libro stesso. A dialogare con l’autrice c’erano Patrizia Desole, presidente dell’Associazione “Prospettiva Donna” e perfetta padrona di casa, la giornalista Caterina De Roberto, dell’Associazione “Giulia giornaliste”, ed Elisa Mantovani, presidente dell’Associazione “Fidapa” di Olbia. In collegamento da Oristano c’era anche la dott.ssa Francesca Marras, responsabile della Casa rifugio delle donne vittime di violenza dell’Associazione “Prospettiva Donna”. 

La serata aveva lo scopo di avvicinare il mondo dell’associazionismo del territorio alle tematiche legate alla violenza di genere. In realtà, come spiegato dalla stessa Desole, molte delle presenti già fanno rete e collaborano per progetti piccoli e grandi, unite, appunto, da un filo colorato di grande entusiasmo ed energia positiva. Si sono toccate molte tematiche fondamentali, ma in particolare, in virtù anche dell’apporto della ospite e scrittrice, del peso del linguaggio utilizzato per spiegare sia le lotte femministe (anzi, post-femministe) sui diritti acquisiti dalle donne che si danno troppo spesso per scontati, sia per raccontare la violenza, in una corretta narrazione che troppo spesso è ancora distorta sia nel giornalismo, che nei Tribunali, che nei dibattiti social. La richiesta da parte delle relatrici della serata, e del pubblico che ha interagito con loro, è stata in particolare una: quella di unire le forze per impedire la normalizzazione del concetto di violenza di genere che, si ricordi fino allo sfinimento, non è solo quella fisica o verbale, ma è anche quella psicologica ed economica, che incanala le donne in una catena di soprusi che può essere spezzata solo grazie ad Associazioni e Istituzioni che facciano rete attorno a chi ha necessità di fuggire da certe realtà e ricostruirsi una vita daccapo. 

Infine, il filo della speranza. Sono le nuove generazioni, così sensibili alle problematiche sociali e ambientali, ad avere l’onere di continuare le lotte delle donne degli anni ’70 e ’80, raccontate anche nel libro della Macciocu “Mia stella caduta”, e a rendere la parità di genere una realtà diffusa. A tutte le latitudine. A noi, l’onore di trasmettere loro tali battaglie, a scuola e nella realtà familiare.

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